La storia di questa chiesa
La beata Giovanna nel 1281, iniziò la costruzione del Monastero, dove la sorella Santa Chiara divenne Abbadessa nel 1291, seguendo la Regola di Sant’Agostino. Fu lei che fece ricostruire la Chiesa che oggi porta il suo nome e dove venne sepolta.
Di questa Chiesa (1303) è rimasto il coro delle monache, l’attuale cappella di Santa Croce, affrescata nel 1333 e restaurata nel 1932. Santa Chiara della Croce morì il 17 agosto 1308 (affresco sulla parete sinistra della Cappella).
Il santuario, fondato nel 1615, molto probabilmente fu progettato dall’architetto perugino Valentino Martelli, il quale fin dal 1603 era stato cittadino onorario di Montefalco. Ma la costruzione si trascinò molto a lungo: soltanto tra il 1641 e il 1643 si riuscì a coprire le volte delle navate, mentre al posto del transetto attuale restava ancora in piedi la chiesa del 1430.
Altare di Santa Chiara
Al centro dietro un’inferriata, in un’urna di argento massiccio inviata da un donatore incognito a seguito di una grazia ricevuta (si pensò ad un
Sopra l’urna una grande tela con un’estatica Santa Chiara e accanto il committente Vescovo Fabio Tempestivi “S. Chiara da Montefalco e committente“. E’ un’opera firmata dal pittore ravennate Francesco Longhi datata 1600. Intorno nell’intradosso della parete, varie scene della vita della santa.
Scendendo la navata destra, si vede fissata alla parete la lastra tombale in bronzo del Cardinale Matteo Petrucci di Jesi, morto a Montefalco dove era venuto a venerare il corpo di Santa Chiara. nel 1701. e già posto nel pavimento davanti all’altare della santa. Segue l’altare di San Carlo Borromeo con una modesta tela. Di fronte, nell’altra navata, altare della Madonna della Cintura, pure con una modesta tela.
Nel braccio sinistro del transetto, invece, grandioso altare barocco in stucco, commissionato da Onofrio de Cuppis con lascito testamentario, ed eseguito nel 1692 dall’insigne scultore milanese Camillo Rusconi autore di pregevoli opere in varie chiese di Roma. L’opera è firmata e datata.
Nel grande ovato centrale è inserita una tela rappresentante la morte di Sant’Onofrio attribuita al pittore spoletino Francesco Refini. Allo stesso sembra appartenere la tela sopra la cantoria rappresentante Montefalco glorificata per mezzo di Santa Chiara. L’altare maggiore è ornato da una grande composizione in legno dorato rappresentante il trionfo della Croce, attribuita all’intagliatore folignate Tommaso Granpini.
L’elegante ciborio è opera firmata dall’indoratore folignate Gerolamo Pagliarini. La costruzione di tutto il complesso fu realizzata a seguito di un cospicuo lascito testamentario di don Bernardino Tempestivi del 1680.