San Fortunato Patrono di Montefalco

San Fortunato in Trono - Benozzo Gozzoli 1450Ricorrenza 1 Giugno

San Fortunato, commemorato a Montefalco il 1 Giugno, visse tra il IV ed il V secolo. Originario presumibilmente della città umbra di Montefalco, esercitò il suo ministero presbiterale nel vicino paese di Turrita nella chiesa di Santa Maria di Turrita. Purtroppo non ci sono state trasmessi ulteriori dati storici sul suo conto. La tradizione ha però tramandato un significativo dettaglio del suo pellegrinaggio terreno: la sua attività di contadino per guadagnarsi il necessario per la sussistenza.

L’iconografia lo rappresenta generalmente in abiti sacerdotali, con in mano un libro e la verga fiorita (che germogliò e diventò un bel leccio, il leccio di san Fortunato appunto), richiamando, pertanto, anche elementi legati agli eventi miracolosi che si narrano intorno alla sua vita.

Per i suoi concittadini costituì sempre un grande esempio di laboriosità, sempre contrario all’avarizia che egli considerava addirittura uno dei vizi più temibili e dannosi, in quanto atto a spegnere la carità.

La leggenda di San Fortunato, fu scritta dal longobardo Audelao:  “Un dì, mentre era intento a zappare la terra, Fortunato rinvenne dal sottosuolo due monete apparentemente senza valore. Interrate ed opache, pensò comunque di metterle in tasca. Verso sera, rincasando al termine del suo lavoro, incontrò per strada un povero e decise di donargliele. Miracolosamente la fiacca luce del sole ormai tramontante le fece brillare come oro puro. Temendo allora di restare vittima dell’avarizia, il santo sacerdote contadino nascose prontamente il piccolo tesoro fra le mani del povero e si allontanò.” Con un così semplice gesto San Fortunato insegnò come sia possibile vincere la tentazione dell’avarizia non disprezzando la ricchezza, bensì non tenendola in considerazione più del dovuto e trasformandola così in carità.

Leccio di San FortunatoAlla sua morte intorno al 390 venne sepolto in un campetto e si narra che i parrocchiani recuperarono la verga con cui era solito guidare i buoi al pascolo. L’oggetto come per incanto si animò, mise radici, rami e foglie, crebbe sino a divenire un grande leccio ombroso.

Secondo alcune storie locali, l’albero originario del IV secolo d.C.  fu sradicato e abbattuto dal vento e dalla neve probabilmente nell’inverno del 1870, quando era ormai quasi secco. In quel luogo ne venne piantato subito un altro, che oggi è visibile più o meno a queste coordinate: 42.894300 latitudine Nord, 12.662890 longitudine Est – altitudine ca. m 398 s.l.m.

Alcuni anni dopo la morte del Santo,  il magister militum (l’equivalente romano del Generale) Severo, civis martanus, fece costruire in suo onore, a seguito di una grazia ricevuta, la basilica, che il vescovo spoletino Spes consacrò l’8 agosto 422, secondo la tradizione) facendovi deporre il corpo del Santo.

La chiesa-convento di San Fortunato oggi si trova a circa 1 km a sud di Montefalco in località Turri.

 

Un libro sulla vita del Santo – 1829Compendio della vita di San Fortunato

 

A cura di Giovanni G.

 

Divisorio con Stemma di Montefalco2018