Storia

della Città di Montefalco

Fin dalla più remota antichità, Montefalco, fu centro abitato, ma in epoca Romana, si popolò di ville patrizie, delle quali il toponimo rimane a ricordo perenne per esempio Camiano, Rignano, Vecciano ed altri e assunse l’aspetto di un abitato razionalmente impostato.
La sua struttura sembra infatti derivare dal “castrum” Romano di cui si può ancora riconoscere il decumanus maximus. Intorno al IV secolo il paganesimo lasciò il posto al cristianesimo ad opera soprattutto di un evangelizzatore della zona Fortunato, che venne santificato. Sul suo sepolcro venne edificata una basilica.
Storia - Montefalco 1910 - Panorama dal punto di vista che ispirò Benozzo Gozzoli per dipingerlo tra il 1450 e il 1452Nel medioevo l’agglomerato prese il nome di Coccorone e divenne l’instabile confine fra Longobardi e Bizantini. Con l’avvento del Mille ci fu la rinascita spirituale ed economica grazie anche all’apporto dell’ordine Benedettino e Agostiniano, unitamente a quello della nascente borghesia e delle magistrature cittadine.
Nel 1185 l’imperatore Federico Barbarossa vi sostò a lungo ed in quella circostanza accolse di nuovo nelle sue grazie la città che trent’anni prima aveva fatto devastare Spoleto.
Soggiornò qui anche l’ imperatore Federico II e circa dieci anni dopo improvvisamente il luogo prese il nome di Montefalco probabilmente legato ad uno dei falchi dell’imperatore.
Papa Giovanni XXII ( Jaime Duesa ) vi fece costruire nel 1329 una rocca, che i Trinci di Foligno demolirono nel 15° secolo, quando ebbero la temporanea signoria di Montefalco. Tornò poi stabilmente alla Chiesa e fu eretta a città da Pio IX nel 1848.
La più grande attività artistica e culturale della sua storia Montefalco la ebbe quando per merito del Cardinale G. Vitelleschi fu recuperata alla Chiesa e governata per breve tempo da Nicolò Maurizi da Tolentino che ne riorganizzò l’amministrazione e suddivise il territorio in 4 quartieri.
Dopo un secolo di florida attività economica, civile e artistica, Montefalco fu saccheggiata e occupata dalla Bande Nere, seguì un periodo di generale crisi economica.
Più tardi nel 1848 ottenne da Pio IX il titolo ambitissimo di “città”.

 

Montefalco deve la sua celebrità al fatto che è patria di ben otto santi, tra cui emerge la mistica Agostiniana Santa Chiara della Croce (1268 – 1308), per gli affreschi delle sue Chiese, per i suoi santuari e per la sua singolare spiritualità e tranquillità.
Diede anche i natali al poeta Nicola da Montefalco (secolo XV) autore di un canzoniere amoroso, “Filenico” (conservato autografo nella Biblioteca Classense di Ravenna); al pittore Francesco Melanzio (1460-1519), formatosi al seguito del Perugino e del Pinturicchio; alla famiglia del Cardinale Giovanni Domenico de Cuppis, decano del Sacro Collegio, pronosticato più volte Papa nei conclavi cui partecipò; al sacerdote Don Brizio Casciola (1896 – 1954), amico di personaggi illustri, quali ad esempio  A. Fogazzaro, G. Pascoli, Paul Sabatier); al Servo di Dio Federico Cionchi (fratel Righetto) (1857 – 1923); al Servo di Dio Andrea Bonifazi (1956 – 1998). 
Montefalco ospitò tra le sue mura anche il Papa Giulio II nel 1507, e fu scelta quale patria adottiva dal celebre musicista e cantore Domenico Mustafà (1829 – 1912), già direttore perpetuo della Cappella Sistina.

Montefalco è chiamata “Ringhiera dell’Umbria” per la sua caratteristica posizione geografica in cima ad un colle che si erge al centro delle valli del Tevere, del Topino e del Clitunno.

Il Santo Patrono della cittadina è San Fortunato, e si festeggia il 1 giugno.

 

 

Divisorio con Stemma Montefalco

2018