Montefalco
La chiesa sorge in cima ad una collina a circa un chilometro a sud di Montefalco, circondata da lecci secolari (Quercus ilex) dove si trovano le famose “grotte di San Fortunato”, scavate nell’argilla, già usate per i riti pagani e poi paleocristiani, ritenute luogo di ritiro per il Santo.
Così ce le descrive Silvestro Nessi (S. Nessi, S. Ceccaroni, 1974): “vani scavati in un banco di breccia e di argilla, di cui quello centrale a forma di croce usato come oratorio: esemplare antichissimo e quasi unico di un sotterraneo dedicato al culto in epoca paleocristiana, forse la ‘cella’ del Santo nominata da Audelao nella leggenda”
Audelao narra di San Fortunato alla fine del VII secolo come di un contadino, un umile prete della chiesa di Santa Maria di Turrita, a sud di Montefalco che visse tra il 340 e il 400 e che venne sepolto nella sua campagna.
Pochi anni dopo il magister militum (l’equivalente romano del Generale) Severo, civis martanus, in onore del Santo e in seguito ad una grazia ricevuta, fece costruire nelle vicinanze una Basilica che fu consacrata nel 422 dal vescovo di Spoleto e in cui vi fu trasportato il corpo del Santo. La Pieve fu ampliata nell’VIII e IX secolo, qui nacque la prima parrocchia di Coccorone (antico nome di Montefalco fino al 1250).
Di fianco sorse un castello, una fortezza di proprietà dei duchi longobardi di Spoleto, in seguito sotto il controllo dall’episcopato spoletino e infine sede dei rettori del Ducato di Spoleto (1320-1355). Jean d’Amiel, con il consiglio di Lorenzo Maitani (1322-1324) fece ricostruire l’antica rocca, ma questa venne occupata dai Trinci, signori di Foligno, che tiranneggiavano su Montefalco. Alla caduta della dittatura dei Trinci nel 1439 il castello fu distrutto a furore di popolo.
Nel 1443, frate Antonio “Macthioli” da Montefalco, Vicario provinciale degli Osservanti dell’Umbria, chiese a papa Eugenio IV la facoltà di erigere un Convento per i “suoi” fratelli, i cui membri – come recita un manoscritto coevo conservato a Montefalco – «allora erano appresso i Popoli di gran frutto, perché in gran concetto di bontà e d’integrità di costumi».
Il pontefice esaudì prontamente la richiesta del Minorita, il quale, presso le gloriose tombe dei SS. Fortunato e Severo, ove era una fatiscente chiesetta rurale (già basilica romana del sec. IV d.C., e importante pieve medievale), aiutato dai confratelli, dette iniziò alla edificazione del Convento e alla ricostruzione della Chiesa; questa costituiva il centro di un sistema territoriale da cui dipendevano circa cinquanta chiese e, anche se più volte rimaneggiata, è di impianto romanico, risale, in parte, al XII secolo, fu uno dei luoghi religiosi più importanti della diocesi spoletina durante il Medioevo e il primo Rinascimento.
San Fortunato oggi appare preceduta da un cortile a quadriportico dove si notano quattro antiche colonne romane dell’originale basilica e molti resti epigrafici e lapidei della stessa epoca.
Il Chiostro interno (del XV secolo) è stato affrescato nel 1720 con episodi della Vita di San Francesco e della Vita di San Fortunato, con stemmi di famiglie nobili di Montefalco e ritratti di francescani illustri.
All’interno si conservano due sarcofagi cristiani con coperchio a doppio spiovente e numerose iscrizioni funerarie di età romana.
Sul lato sinistro del quadriportico troviamo la Cappella delle Rose affrescata nel 1512 da Tiberio d’Assisi firmata nel cartiglio sulla parete destra, decorata con un ciclo di affreschi sugli Episodi dell’Indulgenza della Porziuncola, Santi francescani, l’Eterno benedicente sulla volta e Cristo sul sepolcro.
La porta d’accesso alla chiesa ha gli affreschi di sette Angeli sopra l’arco, la Madonna col Bambino tra i Santi Francesco e Bernardino da Siena e Santi nella lunetta, opere di Benozzo Gozzoli (1450) e S. Sebastiano alla colonna sul fianco destro, opera di Tiberio d’Assisi
A navata unica ha una volta leggermente ogivale e termina con un’abside quadrata aggiunta nei restauri.
All’interno sulla destra troviamo l’altare di S. Fortunato, con S. Fortunato seduto in abiti presbiterali, resto di un più ampio affresco del Gozzoli (1450), la Madonna col Bambino e un altro affresco del Gozzoli (1450) rappresentante un angelo musicante.
All’interno sulla sinistra troviamo un’antica Cappella ristrutturata nel secolo XVIII, decorazione di Francesco Melanzio 1495 in cui vi è conservato il sarcofago detto di S. Severo, del IV o V secolo, con i dipinti Ecce Homo e due Angeli adoranti molto deteriorati attribuiti a Benozzo Gozzoli e la copia della bellissima tavola realizzata dal Gozzoli “La Vergine assunta che porge la cintola a San Tommaso”, “Varie scene della vita della Madonna” nella predella e “Alcuni santi” nelle paraste.
L’originale della tavola si trova attualmente esposta nella Pinacoteca Vaticana perché fu donata dal Comune di Montefalco a Pio IX nel 1848 per avere il titolo di città.
Il Chiostro interno (del XV secolo) è stato affrescato nel 1720 con episodi della Vita di S. Francesco e della Vita di S. Fortunato, con stemmi di famiglie nobili di Montefalco e ritratti di francescani illustri.
2018