Montefalco
Il modo più semplice per descrivere la Fuga del Bove (originariamente anche detta “La Corsa dei Bovi”) è sicuramente un sonetto in dialetto del 1938 di Oddone Metelli, che recita così:
La corsa dei bovi
Se sentono li strilli !!..
Ecco che sbuscia!
Me pare de vedene un prigioniero
da lu collu a le corna a tese lunghe
e mentre lo tiron cento vraccia,
li jostraduri gareggiano allegri
je sardono dintorno…
Glie spruzzono su la vocca e su le froce
quell’indruiu
e ‘stu poracciu sbuffa, se dimena.
…Rassegnatu a lu destinu sua, lu capo piega a lu colpu tremendu,
lascianno scappane a terra come da lu piettu
un mugghiu, che ‘gni core agghiaccia…”
Oddone Metelli – 1938
Secondo una tradizione antica il giorno di Natale un Bove veniva abbeverato a forza di vino e pepe, tirato da molte braccia con una fune, prigioniero, percorreva le strade in salita fino alla piazza di Montefalco dove veniva lasciato libero di scaricare la sua rabbia sulla folla. La gente lo incitava urlando e agitando degli stracci color porpora e dei pupazzi. Quando il bue furente li caricava si rifugiavano dietro delle robuste cancellate di legno, fino a che stremato dal crudele gioco cadeva a terra e veniva infine macellato. Ogni famiglia, anche la più povera, consumava “per devozione” almeno una libbra della sua carne.
Per fortuna oggi la festa non è più la stessa si è trasformata in una sfida attraverso varie gare tra i quattro quartieri storici di Montefalco (Sant’Agostino, San Bartolomeo, San Fortunato e San Francesco) per l’aggiudicazione dell’ambito Falco d’oro.
Le gare sono quella dei tamburini e sbandieratori, quella della balestra e della staffetta ed infine quella più spettacolare “la Corsa dei Bovi” rievocazione della Fuga del Bove. Ad ogni quartiere viene affidato un toro selezionato da allenare e curare durante tutto l’inverno e far gareggiare contro le altre contrade. Ogni quartiere con il suo bue partecipa a questa spettacolare competizione, i portatori incitano il loro bue tra due ali di folla e percorrono in velocità un percorso accidentato, alla fine, uno solo vince è il “campione”.
Ogni quartiere festeggia fino a tarda sera, specialmente nella “taverna” omonima.
I Quartieri di Montefalco sono:
Quartiere Sant’Agostino
Il Quartiere di Sant’Agostino ha sede nel “Chiostro di S. Agostino” e comprende una parte della città delimitata da Corso Mameli, dal Vicolo delle Conservette, dalla Cinta di Mura, più una parte del Borgo fra Via del Verziere e Vicolo del Mercato… Nonché le ville di Cerrete, Rignano e Casale.
La sua Bandiera è di colore VERDE ed ha per stemma un cuore.
I Piatti tipici della Taverna del Quartiere sono lo Sformato alla S. Agostino, Stinco di Maiale al Forno, Stracciata all’Uovo e Tartufo.
Quartiere San Bartolomeo
Il Quartiere di San Bartolomeo ha sede nel “Giardino di San Bartolomeo” sito in Piazza Dante e comprende una parte della città delimitata da Corso Mameli, Vicolo del Caffè, Vicolo Fabbri, Vicolo Langeli, Via Tempestivi, Via Federico II dalla Cinta Muraria. Comprende infine anche le Ville di Assignano, Gallo, Turrita e Cortignano.
La sua Bandiera è di colore ROSSO ed ha per stemma un coltello.
I Piatti tipici della Taverna del Quartiere sono Agnello Tartufato, gli “Gnocchi de lu bove” e la Rocciata.
Quartiere San Fortunato
Il Quartiere di San Fortunato (patrono di Montefalco) ha sede nel Vicolo degli Operai nell’orto del Palazzo “Santi – Gentili” e comprende una parte della città delimitata dal Vicolo Langeli, Piazza del Comune, Via Porta Camiano, Vicolo del Monte, Campo Vaccino, dalla Cinta Muraria più una parte del Borgo dal Vicolo del Mercato alla Porta di S. Leonardo e a Via Severini. Comprende infine anche le Ville di Camiano Grande, Camiano Piccolo, Turri, Scorsinaglia, Vecciano, Fabbri, Fratta e San Luca.
La sua Bandiera è di colore GIALLO ed ha per stemma un Albero.
I Piatti tipici della Taverna del Quartiere sono la Porcaccia di Maiale, gli Gnocchi ai 4 Formaggi e Tartufo e la Cialda con Macedonia e Gelato.
Quartiere San Francesco
Il Quartiere di San Francesco ha sede nel “Giardino delle Carceri” in Via Ringhiera dell’Umbria e comprende una parte della città delimitata dal Vicolo delle Conservette, Piazza del Comune, Via di Porta Camiano,Vicolo del Monte, Via Ringhiera Umbra, la Cinta di Mura e le ville di San Clemente, Montepennino, Pietrauta e San Marco.
La sua Bandiera è di colore AZZURRO ed ha per stemma una croce. Nelle gare il Quartiere di S. Francesco ha da sempre riscosso ottimi risultati nella Gara Tamburini e Sbandieratori.
I Piatti tipici della Taverna del Quartiere sono le “Delizie del Gabelliere” (Gnocchi di patate ripieni di ricotta e tartufo), Strangozzi al tartufo, carne alla brace e svariati tipologie di dolci in particolare “Pere al Sagrantino” e Tozzetti al Sagrantino.
2018