Montefalco
Gli Agostiniani, ebbero in concessione dal comune di Montefalco, nel 1275, un terreno a suo tempo chiamato Borgo del Castellare, appena fuori la prima cinta muraria, lungo l’asse viario principale che andava dalla platea centrale al portone di Santa Maria, dove esisteva una chiesetta dedicata a San Giovanni Battista.
Nel 1279, sulle sue fondamenta, fra Angelo de’ Conti da Foligno iniziò la costruzione dell’attuale chiesa in stile gotico, terminata nel 1285 e intitolata a Sant’Agostino Vescovo e dottore della chiesa.
Nella sua facciata in pietra bianca e rosa del Subasio è rincassato un pregevole portale ogivale con fasci di colonnine dai colori alterni sormontati da eleganti capitelli, diversi nei due lati, decorati a fogliaceo di rara ed equilibrata eleganza decorativa.
Il rosone è ricostruito sul modello di alcuni frammenti dell’ originale conservati nel Museo Civico.
Nel 1327 la chiesa ebbe in aggiunta una navata minore sul lato destro e sopra il suo portale d’ingresso venne posta a testimonianza di questo ampliamento, un’epigrafe con gli stemmi della Chiesa di Papa Giovanni XXII e di Jean d’ Amiel, rettore del ducato di Spoleto.
Annesso alla chiesa, sul lato sinistro, nel 1496, fu costruito un chiostro in laterizio intorno al quale sorse il convento degli Eremitani di Sant’ Agostino.
L’interno della chiesa è molto suggestivo: sullo sfondo un grande arco trionfale incornicia l’altare sopraelevato di tre gradini e un’abside poligonale a costoloni di grande effetto in cui sono incastonate variopinte vetrate.
Il tetto sostenuto da capriate in legno è conseguenza di una ricostruzione dovuta al crollo della cuspide del campanile nel 1489. La rovinosa caduta danneggiò irreparabilmente parte della
copertura originaria e con l’ intervento di ricostruzione vennero diminuite sia l’altezza della navata principale sia quella della torre campanaria.
Resta unica testimonianza visiva del suo slanciato aspetto originario una fedele riproduzione della città, dipinta intorno al 1452, da Benozzo Gozzoli in uno dei suoi affreschi nell’abside di San Francesco in Montefalco.
Sul lato destro, una fila di archi ogivali si aprono nella navata minore composta da sei campate; le prime tre vicine all’ingresso, furono separate dall’interno della chiesa e usate come luogo di sepoltura fino alla fine del 1800, quando l’ Editto di Saint Cloud (nel Regno d’Italia “Editto della Polizia Medica“) stabilì che le sepolture venissero poste al di fuori delle mura cittadine.
In seguito furono aperte verso l’esterno ed adibite all’uso di mercato coperto. Dal 1921 le tre campate vennero recuperate ed integrate alle altre tre formando la navata minore.
Nel 1714, vennero demolite dagli agostiniani due cappelle sul lato sinistro della chiesa adiacenti al presbiterio, per far posto ad un nuovo scalone d’ingresso al convento (situato sotto l’organo). Una di queste dedicata alla Beata Chiarella era stata affrescata da Francesco Melanzio pittore montefalchese la cui formazione fu condizionata dalla scuola artistica umbra di fine ‘400.
Internamente, sulla parete sinistra si osservano: una Madonna della Misericordia ( affresco dei primi anni del 1400, attribuito a Giovanni di Corraduccio, che raffigura la Madonna che sotto il mantello foderato di pelliccia, accoglie il popolo per proteggerlo; allo stesso artista si possono notare nel rincasso i resti di un Presepe (inizio sec. XV), poi vediamo una nicchia con dipinti di Bernardino Mezzastris e una cinquecentesca statua lignea di San Nicola da Tolentino.
C’è poi un grande affresco con incoronazione della Vergine, attribuito ad Ambrogio Lorenzetti (sec. XV); una Madonna della Cintola tra due Santi, (opera del 1522, attribuita a Giovanni Battista Caporali, coetaneo e amico di Raffaello); una Madonna col Bambino fra San Agostino e il Beato Angelo da Foligno, opera attribuita al folignate Ugolino di Gisberto.
Sono riaffiorati in questa zona alcuni resti della primitiva decorazione trecentesca, che continuavano anche sopra l’arco absidale.
Sull’altare è conservato un Crocifisso ligneo rinascimentale, mentre in Sacrestia ci sono affreschi del primo Quattrocento, della corrente detta del “gotico internazionale”. Lungo la parete destra procedendo dal fondo si trova un volto di Madonna e una Madonna col Bambino del Melanzio e la cappella del Sacramento con importanti affreschi del pittore spoletino di derivazione gozzolesca, Jacopo di Vinciolo (seconda metà del sec. XV).
All’interno della chiesa si conserva il corpo del “Beato Pellegrino” e delle “Beate Chiarelle”, discepole di Santa Chiara della Croce da Montefalco.
2018